Da popolo di migranti a meta di espatriati. La Romania piace sempre di più. E sono ormai numerosi gli italiani che l’hanno scelta come nuova patria. Economica, vicina all’Italia, con un regime fiscale vantaggioso attira soprattutto pensionati e imprenditori che qui trovano una destinazione felice per i propri affari e per vivere dignitosamente gli anni della vecchiaia con il proprio assegno mensile. Perché in Romania vivere con meno di mille euro si può. Rientra infatti tra i Paesi europei dove il costo della vita è tra i più contenuti. capannoni in romania Forse meno allettante da un punto di vista climatico rispetto ad altre destinazioni come Canarie e Portogallo, ma ugualmente conveniente. I prezzi delle case rumene sono tra i più bassi in Europa, purtroppo lo sono anche i salari locali (una media di 500 euro). Lavorando però per una multinazionale a buoni livelli, e venendo pagati in euro, si può condurre una vita molto agiata. costituire societa in romania
Anche la capitale è tra le più economiche al mondo. Con un reddito medio pro-capite a 8mila dollari l’anno, Bucarest si posiziona tra le prime tre città dove è possibile vivere davvero con poco. Le tasse sono mediamente la metà di quelle che si pagano in Italia, così come i costi dei beni alimentari. Lo scorso autunno, inoltre, il Parlamento ha approvato un taglio dell’Iva che è passata dal 24 al 20% con l’obiettivo di arrivare al 19% nel 2017. immobili in romania
Un vero affare, insomma, per chi l’affare lo cerca proprio qui. Costo della manodopera, trattamento fiscale e burocrazia più snella spingono molti investitori ad aprire o delocalizzare un’attività in Romania. Si tratta in particolare di imprese che presuppongono un utilizzo massiccio di manodopera, attività nel campo dell’informatica, investimenti in energie rinnovabili, attività immobiliare nella direzione dei terreni soprattutto agricoli, investimenti in cliniche private di alto profilo. Si conta che finora nel Paese ci siano circa 35mila aziende italiane che godono dei privilegi del mercato unico, ma non dei disagi dell’euro, non ancora adottato in Romania. In percentuale la quota del Pil portata in dote dal «made in Italy» traslocato in Romania ammonta al 10%. Gli investimenti italiani si sviluppano nell’agricoltura e nelle energie rinnovabili, dal fotovoltaico all’idroelettrico. Certo, delle 35mila società una buona fetta è inattivo, ma l’interscambio ha raggiunto negli ultimi anni picchi di 12 miliardi.